Breve Storia delle Macchie Solari

Paesaggio invernale del 1608 del pittore olandese Hendrick Avercamp
Il sorgere di una nuova era
Questa storia inizia in Olanda il 2 Ottobre 1608, quando Hans Lipperhey, un ottico tedesco naturalizzato olandese, deposita
una domanda di brevetto per il suo modello di telescopio, uno strumento che sarà destinato a diffondersi in tutta Europa rivoluzionando le capacità di osservazione in astronomia e foriero di numerose sensazionali scoperte.
 | - Hans
Lipperhey (Wesel, 1570 - Middelburg, sepolto il 29 settembre 1619) è
stato un ottico tedesco naturalizzato olandese. Lippershey è
accreditato come il creatore e il diffusore del primo modello di
telescopio funzionante. Sebbene alcuni modelli piu grezzi di
telescopi e cannocchiali fossero stati creati già.
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 | Rappresentazione di un "telescopio olandese" dall'emblemata di Zinne-werck (Middelburg, 1624) del poeta e statista Johan de Brune (1588-1658). |
Due
anni dopo, nel 1610 Thomas Harriot e Galileo Galilei con l'uso del
telescopio iniziano lo studio scientifico delle Sole osservando per la
prima volta le macchie solari.Thomas Harriot,
astronomo, matematico ed etnografo inglese osserva per la prima volta
le macchie solari nel dicembre del 1610 ma non pubblicherà mai le sue
osservazioni.
A sinistra un ritratto di Thomas Harriot del 1602 e
a destra le macchie solari da lui disegnate nel Dicembre del 1610
Galileo
Galilei astronomo, filosofo, matematico e padre della scienza moderna,
venuto in possesso del primo telescopio e apportati significativi
miglioramenti, si dedica all'osservazione dei vari corpi celesti ed
inizia lo studio del Sole e delle macchie solari. Galileo osserva per
la prima volta le macchie solari nel Giugno del 1610 a Padova, ma solo
nel 1611 durante il suo soggiorno a Roma, tra il mese di Marzo e
Maggio, rese pubblica la sua scoperta.
Ritratto di Galileo Galilei eseguito da Domenico Tintoretto (1605- 1607)
Nel frattempo, il 13 Giugno 1611, Johannes Fabricius pubblica il De Maculis in Sole observatis, et apparente earum cum Sole conversione Narratio
(Narrazione sulle macchie osservate sul Sole e la loro apparente
rotazione con il Sole); è il primo documento ufficiale che parla delle
macchie solari.
Ritratto
di Johannes Fabricius e frontespizio del breve saggio pubblicato
nel 1611 da Johann Goldsmid, meglio conosciuto con il suo nome
latinizzato Fabricius. A destra la chiesa di Warnfried a Osteel, in
Germania, dove predicava David Fabricius e il figlio Johannes osservò
le macchie solari il 9 marzo 1611.
Fabricius è un
astronomo, è nato nella Bassa Sassonia nel 1587 e compie i suoi studi
in Olanda a Leiden dove entra in contatto con primi telescopi; nel
marzo del 1611 tornato, una volta a Osteel in Germania inizia, insieme
alla collaborazione paterna, a osservare il Sole al telescopio e con
sorpresa nota che era macchiato. Le osservazioni condotte nei mesi a
seguire gli permettono di capire che quelle macchie non erano ferme e
immutabili, ma si muovevano, scomparendo da un lato per poi riapparire
dall'altro e che la nostra stella ruotava su un proprio asse.
Christoph Scheiner vs Galileo Galilei
Gli
anni che seguono, il 1612 e il 1613, saranno due anni cruciali. Nel
mese di Gennaio del 1612 il gesuita Christoph Scheiner pubblica Tres Epistolae de Maculis Solaribus Scriptae ad Marcum Welserum ("Three Letters on Solar Spots written to Marc Welser").
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A
sinistra, ritratto dell'astronomo tedesco Christoph Scheiner del 1625
esguito da Christoph Thomas Scheffler e a destra Christoph
Scheiner e un suo collaboratore tracciano le macchie solari in Italia
nel 1625, tramite la tecnica della proiezione dell'immagine del disco
solare. Illustrazione da Rosa Ursina di Christoph Scheiner.
Scheiner, vuole preservare la perfezione del Sole e dei cieli e quindi sostiene che le macchie solari sono satelliti del Sole. Esse appaiono come macchie nere quando passano davanti al Sole, ma risultano invisibili in altri punti nelle loro orbite. In figura sono rappresentate i disegni delle macchie solari eseguiti da Scheiner in Tres Epistolae de Maculis Solaribus
Scriptae ad Marcum Welserum pubblicato nel 1612. A sinistra il frontespizio del suo libro .
Un anno dopo nell' Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari, Galileo Galilei pubblica le lettere con le quali annuncia la scoperta di macchie scure sulla superficie del Sole.
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Le
lettere a Marco Velseri pubblicate nel Istoria e dimostrazioni intorno
alle macchie solari e loro accidenti, annunciano la scoperta di macchie
scure sulla superficie del Sole. Dall'osservazione delle macchie
Galileo trasse la prova che il Sole ruota sul proprio asse. Nell'opera
sono inserite moltissime incisioni, che raffigurano le posizioni delle
macchie sulla superficie solare. A sinistra frontespizio del libro di Galileo Galiei pubblicato nel 1612.
Sono
due opere fondamentali che cercano però di dare due spiegazioni
differenti alla presenza delle macchie solari osservate. Il gesuita
Scheiner, è fedele alle teorie del tempo sull'immutabilità della
nostra Stella ed interpreta le macchie come le ombre di corpi satelliti
molto vicini al Sole, Galileo invece capisce che si tratta di vere e
proprie caratteristiche della stella, variabili, e presenti sulla sua
superficie o nelle sue vicinanze, anche se non è in grado di
renderne ragione. Per lo scienziato pisano queste erano nubi piatte
incollate sulla superficie del Sole e dallo spostamento costante di
esse, deduce che il Sole doveva ruotare sul proprio asse con velocità
uniforme.

Nel
1612 durante i mesi estivi, Galielo esegue una serie di osservazioni
sulle macchie solari pubblicate poi nell' Istoria e Dimostrazioni
Intorno Alle Macchie Solari e Loro Accidenti nel 1613. Qui sono
rappresentate le osservazioni eseguite a partire dal 2 Giugno fino a
quella del 4 Luglio, ad intervalli circa di sette giorni.
Prima dell'avvento del telescopio
Ma facciamo ora un passo indietro: qual' era la situazione prima del 1600 ?
 | Teofrasto
(Ereso, 371 a.C.{ Atene, 287 a.C.) è stato un filosofo e botanico
greco antico. Fu discepolo di Aristotele a cui succedette come scolarca
nella direzione del Liceo (il Peripato) nel 322 a.C.. |
La
prima osservazione conosciuta delle macchie solari e attribuita a
Teofrasto, allievo di Aristotele, e risale al IV secolo a.C. . Vi sono
poi numerose osservazioni di macchie solari riportate negli annali
cinesi, giapponesi e coreani; nella letteratura occidentale,
invece, i riferimenti a questo tipo di osservazioni sono scarsi, forse
a causa dell'influenza del pregiudizio aristotelico, recepito
successivamente anche dalla teologia cristiana, di un mondo celeste
immutabile
e incorruttibile.
E' interessante notare che quasi sempre le poche
osservazioni di macchie solari effettuate in Occidente prima
dell'introduzione del telescopio vengono interpretate come passaggi,
sul disco del Sole, di Venere, di Mercurio o di altri presunti pianeti,
detti inframercuriali, che si sarebbero dovuti trovare tra Mercurio ed
il Sole.
 | Testo coreano sull' aurora del 1128 |
Prima
dell'avvento del telescopio, il 1128 e 1129 sono gli anni che portano
la testimonianza più importante di osservazioni di macchie solari che
si verifica sia in oriente che occidente. Anche se gli astronomi cinesi
hanno iniziato a registrare l'attività solare già partire dal
800 a. C. , sia gli astronomi cinesi che coreani non realizzavano
disegni limitandosi a fornirne
una semplice descrizione dell'evento;
il primo disegno di macchie solari lo troviamo nella cronaca di John
Worcester del 1128. Questa è una cronaca medievale, che copre il
periodo che va fino a 1140 e contiene la registrazione di numerosi
eventi astronomici. Fra questi vi si trovano aurore, comete e piogge di
meteoriti, così come eclissi di Sole e di Luna.
 | Disegno di una macchia solare nelle Cronache di Giovanni di Worcester, dodicesimo secolo. Riprodotto da R.W. Southern, Humanism Medievale, Harper & Row 1970, [Plate VII].
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Ma cosa succede in questi anni ?L'8 Dicembre del 1128, John di Worcester testimonia nelle sue cronache la comparsa di macchie solari.
La
notte del 13 Dicembre, a Sogdo (la moderna Kaesong), in Corea, gli
astronomi coreani assistano a un vapore rosso che "si solleva e
riempiva il cielo" dal nord-ovest al sud-ovest: è l'apparizione di un
aurora boreale osservata a distaza di cinque giorni dalla comparsa di
macchie solari così come testimoniato da Worcester.
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L'aurora
polare, spesso denominata aurora boreale o australe a seconda che si
verifichi rispettivamente nell'emisfero nord o sud, è un fenomeno
ottico dell'atmosfera terrestre, caratterizzato principalmente da bande
luminose di un'ampia gamma di forme e colori rapidamente mutevoli nel
tempo e nello spazio, tipicamente di colore rosso-verde-azzurro, detti
archi aurorali. |
Cinque
giorni è proprio il ritardo medio stimato fra l'apparizione di un
grande gruppo di macchie vicino al centro del Sole e il verificarsi di
aurore a latitudini relativamente basse. Il 22 marzo 1129 poi, gli
astronomi cinesi testimoniano la presenza di un
"punto nero" sulla
superficie del Sole che scompare il 14 aprile. Questo potrebbe essere
stato una delle macchie solari che Worcester aveva osservato 104 giorni
prima, dall'altro lato del mondo.
| La grande macchia solare visibile ad occhio nudo fotografato il 7 aprile 1947 era simile a quello che gli astronomi antichi occasionalmente videro e disegnavano. |
La caduta dei dogmi aristotelici
L'osservazione
delle macchie solari al telescopio, metterà in crisi sia la secolare
concezione del Sole come astro perfetto sia - insieme ad altre
osservazioni astronomiche, si pensi alle osservazioni delle supernove
avvenute negli anni 1572 e 1604 - la immutabilità dei cieli, teorie
sostenute dagli aristotelici, secondo i quali nessun cambiamento poteva
darsi nei cieli, composti unicamente della sostanza perfetta, la
quintessenza ed inclinando quindi definitivamente i dogmi
dell'aristotelismo.
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L'immagine (in bianco e nero nella sua versione originale), raffigura un uomo che striscia sotto il bordo del cielo, raffigurato come fosse un emisfero solido, a guardare oltre il misterioso empireo. Incisione
su legno da parte di un artista sconosciuto apparsa per la prma
volta in L'atmosphére: météreologie populaire (1888) di
CamilleFlammarion. |
Il Sole e le macchie solari nel nuovo millennio
Dalle
prime osservazioni al telescopio sono oramai passati piu di
quattrocento anni e moltissimi progressi sono stati ottenuti ed una
profonda conoscenza sul Sole e sulle macchie solari è stata raggiunta
grazie sia ai progressi ottenuti in astrofisica che all'utilizzo di
satelliti e telescopi d'avanguardia.
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L'immagine dell'enorme macchia solare ripresa il 7 Gennaio del 2014 dal NASA's Solar Dynamics Observatory. |
Oggi
sappiamo che le macchie sono la manifestazione più evidente del campo
magnetico solare negli strati visbili dell'atmosfera e la loro origine
è riconducibile a una dinamo attiva nella zona di convenzione del Sole.
Una
macchia ben sviluppata consta di due parti: una regione centrale, più
scura rotondeggiante, chiamata ombra e la penombra, costituta da
filamenti radiali. L'ombra delle macchie è sede di campi magnetici
migliaia di volte più intensi del campo magnetico terrestre
(tipicamente 3.000-4.000 gauss). Le macchie appaiono oscure solo a
causa del contrasto con le regioni vicine enormemente più luminose con
il loro centro, l'ombra, sede dei campi magnetici piu intensi, che
emette meno luce ed è più freddo rispetto alla superficie
fotosferica. Le macchie generalmente si presentano a coppie con
polarità magnetica opposta. e possono durare da meno di un giorno a
parecchi mesi.
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Una delle piu grandi macchie solari negli ultimi nove anni, è stata vista all'inizio di gennaio 2014 e catturata dal NASA Solar Dynamics Observatory. Un'immagine della Terra è stata aggiunta per confronto. |
Per saperne di più
BIBLIOGRAFIA
1) Ester Antonucci, Dentro il Sole - Il Mulino (2014)
2) Giovanni Godoli, Il Sole: Storia di una stella - Piccola Biblioteca Einaudi (1982)
RISORSE WEB
1) Museo Galileo: http://www.museogalileo.it/
2) CHANDRA X-Ray Observatory The Historical Sunspot Record
3) Le Scienze Macchie solari e aurore boreali medievali
4) NASA First Sunspot DrawingALTRE RISORSE WEB1) SDO Solar Dinamics Observatory
2) SOHO Solar and Heliospheric Observatory3) ESA Solar Orbiter4) NOAA Space Weather Prediction CenterELENCO FIGURE & CREDITI